Nello stato del Paranà, al confine con Argentina e Paraguay, la città di Foz do Iguaçu è meta di turisti grazie alle sue cascate.
È impossibile descrivere lo spettacolo delle 275 cascate, alte fino a 70 metri su un fronte di quasi tre chilometri. Non si può spiegare il boato dell'acqua che cade dalla Garganta del Diablo. Quindi lasciamo questo compito alle fotografie, che comunque non sono sufficienti a rendere a pieno il fascino del luogo.
Il fiume Iguaçu segna il confine tra Brasile e Argentina, esistono due percorsi per visitare le cascate, uno in territorio brasiliano e uno in territorio argentino. Dal Brasile la vista è più panoramica, grazie anche alle passerelle in mezzo alle cascate (portate una mantella!), mentre dall'Argentina si ha una vista dall'alto e un percorso più lungo, fino ad arrivare alla Gola del Diavolo.
Altra attrattiva è l'imponente diga di Itaipù, sul fiume Paranà: è possibile visitarla con una visita guidata di circa due ore.
Con Anselmo, esponente del MNLM, abbiamo avuto modo di conoscere anche il punto di vista di chi a Foz do Iguaçu vive.
Innanzi tutto i militanti del MNLM che si battono per il diritto alla casa, che non sia solo l'abbandono di una favela, ma anche una diversa organizzazione sociale in cui al modello di esclusione e marginalità attuale viene contrapposto un ideale di collettività libera, solidale e strutturata in sistemi cooperativistici.
Siamo stati nei quartieri che stanno sorgendo, in cui al fianco delle abitazioni esistono centri di aggregazione sociale e centri sportivi.
E nelle favelas dove le baracche lasciate da chi si è già trasferito nella nuova abitazione, vengono di volta in volta abbattute.
Il movimento non si occupa soltanto di reperire i terreni, ma anche dell'aspetto tecnologico della costruzione perchè sostiene che la casa va adattata a etnia, cultura e caratteristiche della famiglia che vi abita.